( Pescasseroli, 01 Ottobre 2014 ) Queste le risultanze della necroscopia svolta presso il Centro di Referenza Nazionale per la medicina forense veterinaria dell’Istituto Zoooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, in Grosseto. Una morte naturale, quindi, come non di rado avviene anche per gli orsi.
Anche un orso di stazza non indifferente, come “Ferroio”, può essere sopraffatto da un suo conspecifico, più grande e/o più forte di lui.
A questo proposito ricordiamo che su Ferroio, in una precedente cattura per munirlo di radiocollare, nel giugno del 2008, a 6 anni di età e con un peso di 112 kg, erano state rinvenute diverse ferite da morso sul naso e sul collo, esito di combattimenti tra maschi nel corso della stagione riproduttiva. L’attenzione del Parco su Ferroio nel corso degli anni è stata continua, essendo stato seguito per anni dai Servizi Scientifico e Veterinario dell’Ente, monitoraggio che ha permesso anche di evidenziarne la grande mobilità, a conferma dei continui e lunghi spostamenti che diversi orsi viventi nel Parco Nazionale d’Abruzzo compiono regolarmente verso aree montane anche molto distanti dall’area principale.
Con il monitoraggio telemetrico è stato anche possibile determinare l’home range di Ferroio, cioè l’area di primaria frequentazione, che è stata calcolata intorno ai 190 km² (come l’area di un quadrato di lato 14 Km). Nell’autunno del 2006 si aggirava sulle montagne della Duchessa (Riserva Naturale), mentre in quello del 2008 è stato osservato nei dintorni di Scanno, Pescasseroli, Barrea e Villa Scontrone, entrando in letargo il 17 dicembre, per restarci circa 85 giorni. Nella primavera precedente era stato segnalato nel reatino, in Comune di Micigliano, mentre nel giugno del 2013 era stato individuato nel Comune di Roccapia, nel Parco Nazionale della Majella.
Ricatturata nel 2011 per toglierle il collare, il peso dell’animale era arrivato a 197 Kg. Ricordiamo che l’orso “Ferroio” fu trovato dalle Guardie del Servizio Sorveglianza del Parco in località Prato Cardoso, nei pressi della località che porta il suo nome, a confine fra i Comuni di Civitella Alfedena e Scanno, in stato di avanzata decomposizione, probabilmente morto qualche giorno prima e parzialmente consumato da predatori necrofagi di passaggio, evento del tutto naturale.
Gli esami tossicologici fatti sui resti dell’animale, tesi ad accertare se la morte fosse stata causata da sostanze tossiche, hanno dato esito negativo, così come quelle tendenti ad evidenziare eventuali patologie.
Un fatto, forse ancora più negativo della causa della morte, se possibile, è l’aver trovato sul corpo dell’animale dei pallini da caccia, come anche su altri orsi in passato, secondo il Direttore del Parco “a testimonianza di una perversa e brutale pratica, quella di prendere di mira gli Orsi, sicuramente di pochi delinquenti che deve essere stroncata una volta per sempre”.
Ufficio di Presidenza
Antonietta Ursitti Tel. 0863.9113204 e-mail ufficiodipresidenza@parcoabruzzo.it
Comunicato Stampa n. 60/2014