Comuni Molisani
La distribuzione altimetrica odierna dei centri riflette, da un lato, la colonizzazione monastica effettuata dall'Abbazia di San Vincenzo e, dall'altro, la tendenza degli abitanti a insediarsi, nel passato, in luoghi facilmente difendibili, su poggi e cocuzzoli elevati, o alla periferia dei terrazzi e delle conche carsiche. A questo schema di base si è sovrapposto, nel corso degli ultimi due secoli, quello dell'insediamento sparso intercalare, in piccole dimore o piccoli nuclei rurali, per effetto delle accresciute condizioni di sicurezza, il frazionamento delle grandi proprietà già feudali e l'appoderamento. Il nuovo modello insediativi ha mostrato grande vitalità fino agli anni Cinquanta, specie nei comuni con ampie estensioni di terreni idonei all'agricoltura, sottraendo quote consistenti di popolazione ai centri tradizionali, cresciuti e ingranditi all'ombra del sistema feudale anche nelle peggiori situazioni topografiche. Perciò questi centri all'epoca si presentavano per lo più squallidi, semidiruti, e manifestavano la loro decrepitezza attraverso un gran numero di case rovinanti o disabitate. Negli anni immediatamente successivi, fino al 1975 - 1980 nell'alta valle del Volturno la crisi generale della montagna italiana si associa a quella del Mezzogiorno originando massicci flussi migratori e l'abbandono di numerose sedi umane isolate. Ciononostante, ancor oggi, l'insediamento sparso costituisce una caratteristica territoriale molto significativa nei comuni di Filignano e di Scapoli. La fase successiva, quella recentissima dell'emigrazione di ritorno, porta ad un parziale recupero del carico demografico dei centri e del loro patrimonio abitativo, purtroppo con modalità quanto meno discutibili; ma è segnata anche dalle conseguenze immediate e da quelle indotte dal terremoto del 1984 con epicentro nella Val di Comino. Infatti i danni consistenti subiti da un gran numero di abitazioni, al contrario di quanto si osserva in tutti gli altri comuni del Parco, sia laziali che abruzzesi, in quelli molisani non sono stati riparati, tanto che ancora oggi, volendo esemplificare, sono abitate le baracche in legno per sinistrati di San Vincenzo al Volturno. Rispetto all'esposizione topografica dei centri, assolutamente prevalente è quella a solatio, con esempi tipici quali Pizzone, Castelnuovo, e Rocchetta, o comunque riparata da venti settentrionali grazie all'effetto barriera delle montagne che cingono a NO e a NE la valle del Volturno. Scapoli e Castel San Vincenzo sono al riguardo casi esemplari.
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La capitale della zampogna