( Pescasseroli, 11 Ottobre 2012 )Il progetto Life Arctos 2010-2014 è un progetto del programma finanziario dell’Unione Europea per la tutela delle popolazioni di orso bruno delle Alpi e degli Appennini. Ha avuto un finanziamento di 3 milioni di euro che vengono erogati solo dopo il controllo di merito della Commissione Europea Life e coinvolge 10 partner fra i quali c’è anche il Parco, coordinatore del progetto.
Con questo chiarimento Il Parco ritiene opportuno intervenire dopo la notizia di stampa su una presunta indagine della Comunità Europea sui fondi del Life Arctos. Il Commissario UE all’Ambiente Janez Potocnik in risposta ad una interpellanza parlamentare sull’orso marsicano, ha semplicemente detto che “è in corso un’indagine per verificare che nelle zone dell’Abruzzo in cui è presente l’orso marsicano siano vietate le pratiche venatorie che possono minacciare questa specie protetta” aggiungendo anche “che spetta all’Italia adottare provvedimenti necessari per conseguire una protezione rigorosa dell’orso”.
L’indagine sembra chiaro, è su come viene praticata la caccia in Abruzzo argomento sul quale il Parco ha un dialogo aperto sia con la Regione che con i cacciatori. E’ della scorsa settimana l’incontro con i Presidenti degli Atc per coinvolgere la categoria nel monitoraggio sanitario delle specie cacciabili, azione prevista proprio dal Life.
Per quanto riguarda il programma finanziario del progetto va sottolineato che c’è un percorso predefinito approvato dalla Commissione Europea Life + Natura e i fondi vengono riconosciuti e quindi erogati, dopo il controllo della stessa Commissione, di tutte le azioni previste e realizzate dai vari partner che sono beneficiari dei fondi stessi. L’ultimo report inviato lo scorso mese di luglio, ha avuto peraltro, una valutazione molto positiva da parte della commissione sulle azioni che il progetto sta realizzando.
Oltre al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise fanno parte del Life Arctos 2010-2014 il parco dei Monti Simbruini, i due parchi delle Orobie Bergamasche e Valtellinesi, il Parco dell’Adamello Brenta e il Parco dell’Alto Garda. E poi, le regioni Abruzzo, Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Trento, il Corpo Forestale dello Stato, le università di Roma e di Udine.
Con l’occasione il direttore del Parco Dario Febbo desidera precisare, rispetto alla consistenza della popolazione di orsi, che le difficoltà attuali hanno origine negli anni ’80. Già allora, la popolazione del plantigrado, come risulta da studi dell’epoca, aveva la stessa consistenza attuale se non di numero inferiore.
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Comunicato Stampa n. 74/2012